Legge regionale n. 24 del 03 settembre 2001  ( Versione vigente )
"Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali".[1]
(B.U. 12 settembre 2001, n. 37)

Il Consiglio regionale ha approvato.

Il Commissario del Governo ha apposto il

visto.

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

promulga

la seguente legge:

Capo I. 
DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 1.[2] 
(...)
Art. 2. 
(Trattenute sulla indennità di carica)
1. 
Sull'indennità di carica di cui all' articolo 1, comma 1, della legge regionale 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazioni delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali), come da ultimo modificata dalla legge regionale 8 agosto 2003, n. 21 , è disposta una trattenuta obbligatoria nella misura del 5 per cento a titolo di contributo per la corresponsione dell'indennità di cui all'art. 1, comma 1, lettera d).
[3]
2. 
La trattenuta di cui al comma 1, è devoluta alle entrate del bilancio del Consiglio regionale ai sensi dell' articolo 42 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte).
Capo II. 
ASSEGNO VITALIZIO
Art. 3. 
(Assegno vitalizio)
1. 
L'assegno vitalizio mensile compete ai Consiglieri cessati dal mandato che abbiano compiuto 65 anni di età e che abbiano corrisposto il contributo di cui all'articolo 2 per un periodo di almeno cinque anni di mandato svolto nel Consiglio o che abbiano esercitato la facoltà di cui all'articolo 4. La disposizione si applica ai Consiglieri eletti per la prima volta in Consiglio regionale nella legislatura successiva all'entrata in vigore della presente legge. Per i Consiglieri in carica o cessati dal mandato continua ad essere applicata la disposizione dell' articolo 3, comma 1, della legge regionale 1 marzo 1995, n. 27 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri).
2. 
L'assegno vitalizio, tanto nella forma diretta quanto nella quota prevista dall'articolo 8, è cumulabile, senza detrazione alcuna, con ogni altro eventuale trattamento di quiescenza spettante, a qualsiasi titolo, al Consigliere cessato dal mandato o agli aventi diritto alla quota di cui all'articolo 8.
3. 
Ai fini del computo del periodo di mandato di cui al comma 1, la frazione di anno si considera come anno intero purchè sia di durata non inferiore a sei mesi ed un giorno.
Art. 4. 
(Contributi volontari)
1. 
Il Consigliere che abbia versato il contributo di cui all'articolo 2 per un periodo inferiore a 5 anni, ma pari almeno a 30 mesi, ha facoltà di continuare, qualora non sia rieletto o comunque cessi dal mandato, il versamento stesso per il tempo occorrente a conseguire il diritto all'assegno vitalizio minimo, che decorrerà dal primo giorno del mese successivo a quello in cui avrà maturato il quinquennio contributivo e compiuto il 65. anno di età. Analoga facoltà è riconosciuta per il completamento di legislature ulteriori rispetto alla prima purchè il Consigliere abbia versato il contributo in quella legislatura per almeno trenta mesi.
2. 
Analoga facoltà è riconosciuta ai Consiglieri regionali anche in deroga al periodo minimo di versamento dei contributi di cui al comma precedente, al fine di raggiungere il periodo contributivo relativo alla legislatura stessa:
a) 
nell'ipotesi di scioglimento anticipato del Consiglio regionale;
b) 
allorchè il Consigliere sia cessato dal mandato a seguito del verificarsi di una situazione di incompatibilità e la nuova carica non preveda il conseguimento del diritto ad assegno vitalizio o trattamento analogo.
3. 
Il Consigliere che intende avvalersi della facoltà di cui ai commi 1 e 2, deve presentare domanda scritta al Presidente del Consiglio entro il termine perentorio di 180 giorni dalla data di mancata rielezione, o, se la cessazione del mandato avvenga per altre cause, dalla data nella quale è uscito di carica. Il versamento avviene anche in forma rateale, senza interessi, entro un periodo massimo di 36 mesi dall'accoglimento della domanda da parte dell'Ufficio di Presidenza. L'ammontare del versamento è determinato con riferimento alla indennità di carica vigente alla data di cessazione del mandato. In sede di prima applicazione della presente legge il termine decorre dalla data di entrata in vigore della legge stessa.
4. 
Non è ammesso alla contribuzione volontaria il Consigliere dichiarato ineleggibile.
5. 
I Consiglieri sospesi ai sensi della legge 19 marzo 1990, n. 55 (Nuove disposizioni per la prevenzione della delinquenza di tipo mafioso e di altre gravi forme di manifestazione di pericolosità sociale) e successive modificazioni e integrazioni, hanno facoltà durante il periodo di sospensione di continuare volontariamente il versamento della contribuzione per l'assegno vitalizio e l'indennità di fine mandato.
Art. 5.[4] 
(Restituzione contributi versati, ricongiunzione, sospensione dell'assegno vitalizio)
1. 
Il Consigliere che cessi dal mandato prima di aver raggiunto il periodo minimo previsto per il conseguimento del diritto all'assegno vitalizio e che non possa o non intenda avvalersi della facoltà di cui all'articolo 4, ha diritto alla restituzione dei contributi versati nella misura del 100 per cento, senza rivalutazione monetaria nè corresponsione di interessi.
2. 
Il Consigliere regionale che non abbia esercitato il mandato per una intera legislatura e che abbia ottenuto la restituzione di contributi trattenuti, qualora sia rieletto in successive legislature, ha diritto su domanda a versare nuovamente i contributi per il suddetto periodo nella misura corrispondente a quella vigente alla data della domanda.
3. 
Qualora il Consigliere già cessato dal mandato rientri a far parte del Consiglio regionale, il pagamento dell'assegno vitalizio di cui eventualmente già goda resta sospeso per tutta la durata del nuovo mandato consiliare. Alla cessazione del mandato l'assegno sarà ripristinato tenendo conto dell'ulteriore periodo di contribuzione.
4. 
L'erogazione dell'assegno vitalizio è altresì sospesa qualora il titolare dell'assegno vitalizio venga eletto al Parlamento Europeo, al Parlamento Nazionale o ad altro Consiglio regionale; l'assegno è ripristinato nella percentuale già in godimento con la cessazione dell'esercizio di tali mandati.
4 bis. 
Al termine di ogni legislatura i Consiglieri regionali hanno facoltà di ottenere la restituzione dei contributi versati senza rivalutazione monetaria né corresponsione di interessi rinunciando definitivamente all'assegno vitalizio. Tale facoltà si esercita con specifica istanza inoltrata all'Ufficio di Presidenza entro 90 giorni dall'insediamento del nuovo Consiglio regionale.
[5]
Art. 6. 
(Misura dell'assegno vitalizio)
1. 
L'ammontare mensile dell'assegno vitalizio è determinato in percentuale sull'indennità mensile lorda di cui all' articolo 1, comma 1, della legge regionale 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali) come percepita alla data del 30 settembre 2010.
[6]
2. 
La misura dell'assegno vitalizio varia in relazione al numero di anni di mandato legislativo secondo la seguente tabella:
a) 
anni di contribuzione 5 - percentuale sulla indennità mensile lorda: 30%;
b) 
per ogni anno di contribuzione fino a 10 il 6% in più sulla indennità mensile lorda e pertanto il 60% dopo dieci anni;
c) 
per ogni anno di contribuzione dopo il 10 il 2% in più sulla indennità mensile lorda;
d) 
anni di contribuzione 20 e oltre, percentuali sulla indennità mensile lorda 80%.
2 bis. 
(...)
[7]
3. 
Gli assegni vitalizi percepiti dagli ex Consiglieri vengono ricalcolati a far tempo dal 1° gennaio 2002 nella misura di ulteriori 5 punti percentuali rispetto alla tabella di cui all' articolo 6 della legge regionale 23 gennaio 1984, n. 9 (Norme sulla previdenza e l'indennità di fine mandato dei Consiglieri regionali del Piemonte). Il relativo incremento è corrisposto nella misura del 50% a far tempo dal 1° gennaio 2002; per il residuo 50% a far tempo del 1° gennaio 2005, con riferimento all'indennità consiliare spettante ai Consiglieri in carica a tale data. Il ricalcolo non viene effettuato per quei Consiglieri che hanno anticipato la percezione dell'assegno vitalizio senza riduzione dell'importo.
4. 
Nell'ipotesi prevista all'articolo 9, qualora il Consigliere sia divenuto inabile per cause dipendenti dall'esercizio del mandato prima di avere raggiunto il quinto anno di contribuzione, l'ammontare dell'assegno vitalizio sarà commisurato all'importo minimo.
Art. 7. 
(Decorrenza dell'assegno vitalizio)
1. 
L'assegno vitalizio è corrisposto a partire dal primo giorno del mese successivo a quello nel quale il Consigliere cessato dal mandato ha compiuto l'età per conseguire il diritto.
2. 
Nel caso di cessazione del mandato per fine legislatura, coloro che abbiano già maturato il diritto all'assegno percepiscono l'assegno stesso con decorrenza dal giorno successivo a quello della cessazione del mandato.
Art. 8. 
(Facoltà di attribuzione di una quota dell'assegno vitalizio)
1. 
Il Consigliere, previo versamento di una quota aggiuntiva pari al 25% della trattenuta di cui all'articolo 2, ha diritto di determinare l'attribuzione, dopo il proprio decesso, al coniuge e/o ai figli di una quota pari al 60% dell'importo lordo dell'assegno vitalizio a lui spettante. Condizione necessaria perchè si determini questa attribuzione è che il Consigliere al momento del decesso, abbia conseguito i requisiti di contribuzione prescritti per la maturazione del diritto all'assegno vitalizio o per la prosecuzione della contribuzione volontaria.
[8]
2. 
Nel caso in cui la quota dell'assegno sia attribuita a più soggetti, essa è suddivisa in parti uguali. I figli hanno diritto alla quota loro attribuita fino al raggiungimento della maggiore età oppure, se studenti, fino al compimento del 26° anno di età, salvo il caso di invalidità a proficuo lavoro accertata con le modalità di cui all'articolo 9. La perdita del diritto da parte di uno o più degli aventi diritto alla parte di quota spettante comporta la ridistribuzione della quota complessiva tra gli altri aventi diritto.
3. 
Il diritto a percepire la quota dell'assegno loro attribuita permane per i figli che abbiano raggiunto la maggiore età ovvero, se studenti, superato il 26. anno di età, nel caso di invalidità a proficuo lavoro, accertata con le modalità di cui all'articolo 9, nelle seguenti misure:
a) 
invalidità dal 50 al 75% metà dell'assegno percepito;
b) 
invalidità superiore al 75% la stessa misura percepita in precedenza.
4. 
L'ottenimento del beneficio di cui ai commi 1, 2 e 3, è subordinato alla comunicazione all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale di volersene avvalere. L'indicazione nominativa delle persone beneficiarie può essere modificata in qualsiasi momento.
5. 
Sia la richiesta di contribuzione aggiuntiva di cui al comma 1, sia la comunicazione di cui al comma 4 hanno luogo entro 60 giorni dalla assunzione del mandato consiliare ovvero entro 60 giorni dalla contrazione del matrimonio o dalla nascita di figli. Il mancato rispetto dei termini comporta la decadenza dal diritto di chiedere tale istituto.
[9]
5 bis. 
È facoltà del Consigliere regionale in carica estendere, con esplicita richiesta da formularsi in fase di comunicazione, il versamento dei contributi di cui al comma 5 a tutte le legislature nel corso delle quali ha svolto il mandato; in assenza di tale richiesta il contributo è limitato alla legislatura corrente.
[10]
5 ter. 
L'ammontare del versamento è determinato con riferimento all'indennità di carica vigente alla data della comunicazione e viene effettuato con le modalità di cui all'articolo 4, comma 3.
[11]
6. 
Qualora uno dei beneficiari della quota dell'assegno entri a far parte del Consiglio regionale, il pagamento della medesima resta sospeso per tutta la durata di esercizio del mandato, ed è ripristinato alla cessazione di questo. La quota dell'assegno non è comunque cumulabile con l'assegno vitalizio diretto a carico dello stesso Consigliere regionale. Il diritto alla quota si estingue con la morte della persona che ne ha beneficiato al momento del decesso del Consigliere.
7. 
Se il decesso del Consigliere avviene per cause di servizio, la quota dell'assegno compete agli aventi diritto nella misura di cui al comma 1, indipendentemente dagli anni di mandato coperti dal contributo di cui all'articolo 2. Qualora il Consigliere deceduto non abbia versato contributi per almeno 5 anni, la misura dell'assegno è commisurata a quella dell'importo minimo del vitalizio.
8. 
La corresponsione della quota di assegno decorre dal primo giorno del mese successivo a quello della morte del Consigliere.
9. 
Nulla è innovato per i Consiglieri in carica o cessati dal mandato alla data di entrata in vigore della l.r. n. 27/1995 .
Art. 9. 
(Consiglieri inabili al lavoro)
1. 
Hanno diritto all'assegno vitalizio indipendentemente dall'età, dalla durata dell'effettivo mandato consiliare o dei versamenti contributivi, i Consiglieri che provino di essere divenuti inabili al lavoro in modo permanente per cause dipendenti dall'esercizio del mandato.
2. 
Qualora il Consigliere sia riconosciuto inabile ai sensi del comma 1 prima di aver raggiunto il quinto anno di contribuzione, l'ammontare dell'assegno vitalizio è quello minimo previsto dall'articolo 6.
3. 
L'Ufficio di Presidenza, integrato da un collegio medico composto da tre membri, di cui due nominati dal Presidente del Consiglio ed uno indicato dall'interessato, accerta l'inabilità permanente, nonchè la dipendenza da cause dipendenti dall'esercizio del mandato dell'inabilità stessa, e delibera in merito.
Capo III. 
INDENNITÀ DI FINE MANDATO
Art. 10.[12][13] 
(Beneficiari dell'indennità)
1. 
L'indennità di fine mandato è erogata a quei Consiglieri che cessino dall'incarico per dimissioni o che non siano rieletti nella successiva legislatura ovvero, che non si ripresentino candidati. Nel caso di annullamento dell'elezione di un Consigliere, questi ha diritto alla restituzione, senza interessi, dei contributi versati in applicazione dell'articolo 2.
Art. 11.[14] 
(Ammontare dell'indennità di fine mandato)
1. 
L'ammontare dell'indennità di fine mandato spettante ai membri del Consiglio regionale e della Giunta regionale è fissato nella misura dell'ultima mensilità dell'indennità di carica lorda percepita dal consigliere cessato dal mandato, moltiplicata per ogni anno di effettivo esercizio del mandato, per un periodo complessivo non superiore a dieci anni, anche non consecutivi.
2. 
Per gli effetti di cui al comma 1, la frazione di anno di effettivo esercizio in carica non inferiore a sei mesi e un giorno viene computata come anno intero, mentre quella minore non è considerata.
3. 
Fermo restando il limite dei dieci anni di cui al comma 1, il consigliere che ha già beneficiato della liquidazione dell'indennità di fine mandato ha diritto, nel caso di riassunzione del mandato e al termine dello stesso, alla corresponsione di una indennità per gli anni del nuovo mandato.
4. 
A decorrere dalla prima mensilità successiva al compimento dei dieci anni di mandato, la trattenuta sull'indennità di carica ai fini della corresponsione dell'indennità di fine mandato non è più disposta.
Art. 12. 
(Assegno in caso di decesso)
1. 
In caso di decesso del Consigliere regionale, agli eredi viene corrisposto un assegno una tantum il cui ammontare è pari all'indennità di fine mandato previsto dall'articolo 11 oltre ad una mensilità aggiuntiva dell'indennità consiliare.
Art. 13. 
(Anticipazione dell'indennità di fine mandato)
1. 
Il Consigliere regionale, che abbia esercitato il mandato per un periodo di almeno trenta mesi e che per tale periodo abbia versato i contributi obbligatori, di cui all'articolo 2, comma 1, ha facoltà di richiedere la corresponsione di un'anticipazione sull'indennità di fine mandato.
[15]
2. 
La misura dell'anticipazione non può superare il 75% di quanto il Consigliere avrebbe diritto di ottenere in caso di cessazione del mandato consiliare alla data della richiesta dell'anticipazione medesima.
[16]
3. 
L'anticipazione può essere ottenuta una sola volta per legislatura regionale.
[17]
4. 
Al termine definitivo del mandato consiliare, dall'ammontare dell'indennità di fine mandato calcolata ai sensi dell' articolo 11 della l.r. 24/2001 , come modificato dall' articolo 3, comma 2, della legge regionale 8 agosto 2003, n. 21 (Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003), viene dedotto quanto già erogato a titolo di anticipazione.
[18]
Capo IV. 
NORME TRANSITORIE E FINALI
Art. 14. 
(Disposizioni transitorie)
1. 
Gli assegni sia degli ex Consiglieri che degli altri aventi diritto già in corso alla data di entrata in vigore della presente legge sono rideterminati, tenendo conto del disposto dell'articolo 6, con riferimento all'indennità corrisposta ai Consiglieri regionali in carica a far tempo dal 1° gennaio 2002.
2. 
Le disposizioni di cui all' articolo 10, comma 4, della l.r. 27/1995 come sostituito dall' articolo 2 della legge regionale 24 marzo 2000, n. 26 ed ai commi 1 bis e 1 ter dell' articolo 3 della l.r. 27/1995 introdotti dall' articolo 2 della l.r. 21/2000 si applicano solo ai Consiglieri in carica o già cessati dal mandato alla data di entrata in vigore della presente legge. Il coefficiente di determinazione previsto dal comma 1 ter dell'articolo 3 della l.r. 27/1995 è cosi modificato:
 
- anni 55 coefficiente 0.7000;
 
- anni 56 coefficiente 0.7600;
 
- anni 57 coefficiente 0.8200;
 
- anni 58 coefficiente 0.8800;
 
- anni 59 coefficiente 0.9400.
3. 
In fase di prima applicazione della presente legge la facoltà di cui all'articolo 4, comma 1, ultimo periodo è estesa ai Consiglieri cessati dal mandato che debbono esercitarla entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge a pena di decadenza. L'ammontare del versamento è determinato con riferimento alla indennità di carica vigente alla data di presentazione della domanda.
4. 
In fase di prima applicazione della presente legge è altresì consentito ai Consiglieri, che non abbiano esercitato la relativa facoltà, di richiedere di avvalersi del disposto dell'articolo 8. La facoltà deve essere esercitata entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge a pena di decadenza. L'ammontare del versamento, relativo all'intera durata del mandato già maturato, è determinato con riferimento alla indennità di carica vigente alla data di presentazione della domanda e viene effettuato con le modalità di cui all'articolo 4, comma 3.
5. 
I Consiglieri che hanno esercitato la facoltà prevista dall' articolo 10, comma 4, della l.r. 27/1995 come sostituito dall' articolo 2 della l.r. 26/2000 possono, in fase di prima applicazione della presente legge, restituire quanto percepito a titolo di rinuncia all'assegno vitalizio, integrato degli interessi legali maturati nel periodo intercorrente tra la percezione della somma e la sua restituzione, e ricostituire la posizione pregressa. La relativa facoltà deve essere esercitata entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge a pena di decadenza, con le modalità di cui all'articolo 4, comma 3.
Art. 15. 
(Abrogazione)
1. 
Sono abrogate, salvo per quanto espressamente richiamato dalla presente legge, le leggi regionali:
a) 
- 23 gennaio 1984, n. 9 per la parte ancora vigente a seguito della 1egge 1 marzo 1995, n. 27;
b) 
- 1 marzo 1995, n. 27.
Art. 16. 
(Norme finanziarie)
1. 
Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno finanziario 2002 e 2003 la spesa ulteriore di lire 450 milioni pari a EURO 232.405,60 per ciascun anno.
2. 
Agli oneri relativi si fa fronte con gli stanziamenti del capitolo n. 10.000 nello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale 2001-2003.

La presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Piemonte.

Data a Torino, addì 3 settembre 2001
Enzo Ghigo.

Note:

[1] L'art. 5 della l.r. 25/2011 detta diposizioni integrative in materia.

[2] L'articolo 1 è stato abrogato dal comma 4 dell'articolo 12 della legge regionale 16 del 2012.

[3] Nel comma 1 dell'articolo 2 le parole "è disposta una trattenuta obbligatoria nella misura del 25 per cento, a titolo di contributo per la corresponsione delle indennità di cui all'art. 1, lettera d), così suddivisa: 20 per cento per l'assegno vitalizio; 5 per cento per l'indennità di fine mandato. " sono state sostituite a decorrere dalla X Legislatura dalle parole "è disposta una trattenuta obbligatoria nella misura del 5 per cento a titolo di contributo per la corresponsione dell'indennità di cui all'art. 1, comma 1, lettera d)." ad opera del comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 25 del 2011.

[4] L'art. 3 della l.r. 39/2006 dispone norme transitorie in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali.

[5] Il comma 4 bis dell'articolo 5 è stato inserito dal comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 12 del 2006.

[6] Il comma 1 dell'articolo 6 è stato sostituito dal comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 27 del 2010.

[7] Il comma 2 bis dell'articolo 6 è stato abrogato dal comma 2 dell'articolo 4 della legge regionale 25 del 2011.

[8] Nel comma 1 dell'articolo 8 le parole "per tutta la durata del mandato" sono state soppresse ad opera del comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 12 del 2006.

[9] Il comma 5 dell'articolo 8 è stato sostituito dal comma 2 dell'articolo 3 della legge regionale 12 del 2006.

[10] Il comma 5 bis dell'articolo 8 è stato inserito dal comma 3 dell'articolo 3 della legge regionale 12 del 2006.

[11] Il comma 5 ter dell'articolo 8 è stato inserito dal comma 3 dell'articolo 3 della legge regionale 12 del 2006.

[12] In deroga a quanto previsto da questo articolo, con l'entrata in vigore della l.r. 14/2010, ai consiglieri regionali in carica nella IX legislatura è corrisposto l'ammontare dell'eventuale indennità di fine mandato maturato nelle legislature precedenti calcolato secondo la normativa vigente al termine dell'VIII legislatura, dedotto quanto già erogato a titolo di anticipazione

[13] L'indennità di fine mandato spettante ai consiglieri in carica nell'VIII legislatura e non rieletti nella IX legislatura è determinata secondo la normativa vigente al termine dell'VIII legislatura.

[14] L'articolo 11 è stato sostituito dal comma 1 dell'articolo 9 della legge regionale 16 del 2012. L'art. 12 della l.r. 16/2012 detta ulteriori diposizioni in materia.

[15] Nel comma 1 dell'articolo 13 le parole "un acconto" sono state sostituite dalle parole "un'anticipazione" ad opera del comma 1 dell'articolo 11 della legge regionale 16 del 2012.

[16] Nel comma 2 dell'articolo 13 le parole "dell'acconto" sono state sostituite dalle parole "dell'anticipazione" ad opera del comma 2 dell'articolo 11 della legge regionale 16 del 2012.

[17] Nel comma 3 dell'articolo 13 le parole "L'acconto" sono state sostituite dalle parole "L'anticipazione" ad opera del comma 3 dell'articolo 11 della legge regionale 16 del 2012.

[18] Nel comma 4 dell'articolo 13 le parole "di acconto" sono state sostituite dalle parole "di anticipazione" ad opera dal comma 4 dell'articolo 11 della legge regionale 16 del 2012.